"L'Occidente da difendere", si intitola così il lungo editoriale di stamane
del direttore di Repubblica Ezio Mauro.
Dopo aver ripercorso molto brevemente la storia della Nato, il direttore a modo suo dà un'interpretazione della crisi mondiale attuale.
Mauro scopre così che l'anima imperiale e imperialista della Russia è eterna e insopprimibile.
E che Mosca ribellandosi alla storia ritrova la sua antica ossessione: l'Occidente. Poco male, qui basta sostituire i termini Russia con Usa, Mosca con Washington e Occidente con Oriente per far quadrare il discorso. Vi prego di rileggere il periodo precedente con le opportune sostituzioni.
Mauro prosegue con la disamina dei luoghi comuni che hanno fatto grande il suo giornale sul terrorismo di matrice islamica rispolverando l'11 settembre, Bin Laden e Saddam a cui aggiunge l'Isis accomunati da un unico nemico: l'Occidente. Avversario eterno.
L'allineamento di Mauro alla guerra santa e al padrone americano è immediato: "L'Occidente ha almeno la consapevolezza che quel pugnale islamista è puntato alla sua gola, mentre Putin sta rialzando un muro politico e diplomatico che fermi l'America, delimiti l'Europa e blocchi la libertà di destino dei popoli? La risposta della politica è inconcludente, quella della diplomazia non va oltre le sanzioni. Resta la Nato, il vertice del Galles, la polemica sulle spese, il progetto di esercito europeo."
Un esercito giusto, quindi, sotto l'egida della Nato per la guerra santa contro "colui che si elegge a nemico". Probabilmente sfugge al direttore di Repubblica lo sterminio in Donbass per il controllo dei giacimenti di gas a cura di una nota compagnia petrolifera americana. Sfuggono anche le strategie militari americane e le attività collaterali - come allevare terroristi - per creare condizioni idonee ad un intervento armato.
A questo punto Ezio Mauro tenta l'impennata: "Quel pezzo di Occidente che si chiama Europa è sembrato a lungo incapace di avere un'idea di sé che non nascesse per differenza dal confronto con il comunismo orientale, e quando il sovietismo è caduto è parso in difficoltà a definirsi, a concepirsi come la terra dov'è nata la democrazia delle istituzioni e la democrazia dei diritti. Qui sta la ragione della comunità di destino - e non solo dell'alleanza - con gli Stati Uniti, e stanno anche le ragioni specifiche che l'Europa porta in questa intesa, il rispetto degli organismi internazionali di garanzia e delle regole di legalità internazionale, che per un'alleanza democratica (anche quando è guidata da una Superpotenza) valgono sempre, anche quando è sotto attacco: perché la democrazia ha il diritto di difendersi, ma ha il dovere di farlo rimanendo se stessa.”
Il direttore di Repubblica sembra un po' scarsino in storia. Dovrebbe studiare di più. Come al solito di lascia sfuggire l'essenziale. Se l'Europa uscita dalla seconda guerra mondiale ha marcato la sua identità contrapponendosi al comunismo ci sarà un motivo. Ma questo Mauro non lo dice. Forse perché l'Europa dopo la seconda guerra mondiale è diventata una colonia degli Stati Uniti d'America? E sarà forse anche per lo stessa sudditanza che l'Europa deve necessariamente allearsi con il padrone americano? Quel padrone che ci ha esportato la democrazia e ci ha legato al rispetto di organismi internazionali che lo garantisco e che rappresentano solo una parte del mondo e non tutto il mondo - come forse vorrebbero - al controllo del quale tutto ambiscono?
Nel passaggio successivo Mauro facendo leva sul sentimento dell'11 settembre, rimarca il concetto che ad essere sotto attacco è la democrazia. Qui il direttore è fuorviante: la democrazia è quella dei valori americani naturalmente, quella che ci garantisce "la libertà del dubbio"(sic!). Ecco appunto, caro Mauro, vedi di fartelo venire qualche dubbio, magari documentati un po' di più anche sull'11 settembre e soprattutto studia di più la storia che per uno che fa il tuo mestiere è importante.
Il prosieguo dell'editoriale è un susseguirsi di trovate letterarie in difesa dei diritti, della democrazia, della libertà. Qui, al solito, basta sostituire i termini precedenti con "privilegi". I privilegi accordati all'oligarchia massonica che controlla l'Italia dagli amici americani in cambio dell'assoluta obbedienza.
Ma il climax è raggiunto con la frase: "Portiamo in tasca una moneta comune senza sapere qual è la faccia del sovrano che vi è impressa, senza un'autorità capace di spenderla politicamente nelle grandi crisi del mondo, senza un esercito che la difenda. Alla fine dell'Europa sentiamo il vincolo, certo, ma non la sua legittimità."
Dopo aver ripercorso molto brevemente la storia della Nato, il direttore a modo suo dà un'interpretazione della crisi mondiale attuale.
Mauro scopre così che l'anima imperiale e imperialista della Russia è eterna e insopprimibile.
E che Mosca ribellandosi alla storia ritrova la sua antica ossessione: l'Occidente. Poco male, qui basta sostituire i termini Russia con Usa, Mosca con Washington e Occidente con Oriente per far quadrare il discorso. Vi prego di rileggere il periodo precedente con le opportune sostituzioni.
Mauro prosegue con la disamina dei luoghi comuni che hanno fatto grande il suo giornale sul terrorismo di matrice islamica rispolverando l'11 settembre, Bin Laden e Saddam a cui aggiunge l'Isis accomunati da un unico nemico: l'Occidente. Avversario eterno.
L'allineamento di Mauro alla guerra santa e al padrone americano è immediato: "L'Occidente ha almeno la consapevolezza che quel pugnale islamista è puntato alla sua gola, mentre Putin sta rialzando un muro politico e diplomatico che fermi l'America, delimiti l'Europa e blocchi la libertà di destino dei popoli? La risposta della politica è inconcludente, quella della diplomazia non va oltre le sanzioni. Resta la Nato, il vertice del Galles, la polemica sulle spese, il progetto di esercito europeo."
Un esercito giusto, quindi, sotto l'egida della Nato per la guerra santa contro "colui che si elegge a nemico". Probabilmente sfugge al direttore di Repubblica lo sterminio in Donbass per il controllo dei giacimenti di gas a cura di una nota compagnia petrolifera americana. Sfuggono anche le strategie militari americane e le attività collaterali - come allevare terroristi - per creare condizioni idonee ad un intervento armato.
A questo punto Ezio Mauro tenta l'impennata: "Quel pezzo di Occidente che si chiama Europa è sembrato a lungo incapace di avere un'idea di sé che non nascesse per differenza dal confronto con il comunismo orientale, e quando il sovietismo è caduto è parso in difficoltà a definirsi, a concepirsi come la terra dov'è nata la democrazia delle istituzioni e la democrazia dei diritti. Qui sta la ragione della comunità di destino - e non solo dell'alleanza - con gli Stati Uniti, e stanno anche le ragioni specifiche che l'Europa porta in questa intesa, il rispetto degli organismi internazionali di garanzia e delle regole di legalità internazionale, che per un'alleanza democratica (anche quando è guidata da una Superpotenza) valgono sempre, anche quando è sotto attacco: perché la democrazia ha il diritto di difendersi, ma ha il dovere di farlo rimanendo se stessa.”
Il direttore di Repubblica sembra un po' scarsino in storia. Dovrebbe studiare di più. Come al solito di lascia sfuggire l'essenziale. Se l'Europa uscita dalla seconda guerra mondiale ha marcato la sua identità contrapponendosi al comunismo ci sarà un motivo. Ma questo Mauro non lo dice. Forse perché l'Europa dopo la seconda guerra mondiale è diventata una colonia degli Stati Uniti d'America? E sarà forse anche per lo stessa sudditanza che l'Europa deve necessariamente allearsi con il padrone americano? Quel padrone che ci ha esportato la democrazia e ci ha legato al rispetto di organismi internazionali che lo garantisco e che rappresentano solo una parte del mondo e non tutto il mondo - come forse vorrebbero - al controllo del quale tutto ambiscono?
Nel passaggio successivo Mauro facendo leva sul sentimento dell'11 settembre, rimarca il concetto che ad essere sotto attacco è la democrazia. Qui il direttore è fuorviante: la democrazia è quella dei valori americani naturalmente, quella che ci garantisce "la libertà del dubbio"(sic!). Ecco appunto, caro Mauro, vedi di fartelo venire qualche dubbio, magari documentati un po' di più anche sull'11 settembre e soprattutto studia di più la storia che per uno che fa il tuo mestiere è importante.
Il prosieguo dell'editoriale è un susseguirsi di trovate letterarie in difesa dei diritti, della democrazia, della libertà. Qui, al solito, basta sostituire i termini precedenti con "privilegi". I privilegi accordati all'oligarchia massonica che controlla l'Italia dagli amici americani in cambio dell'assoluta obbedienza.
Ma il climax è raggiunto con la frase: "Portiamo in tasca una moneta comune senza sapere qual è la faccia del sovrano che vi è impressa, senza un'autorità capace di spenderla politicamente nelle grandi crisi del mondo, senza un esercito che la difenda. Alla fine dell'Europa sentiamo il vincolo, certo, ma non la sua legittimità."
In sostanza l'Europa per Ezio Mauro ha bisogno di un esercito che difenda i
privilegi dei privilegiati e di un padrone da sostenere nell'insano proposito di conquistare il mondo.
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